Nuovi lavori nel vigneto: sono arrivate le barbatelle!

Dopo un periodo caratterizzato dal punto di vista climatico da molta pioggia e freddo, finalmente da metà aprile è arrivata la primavera, le giornate sono tornate al bello e siamo riusciti a continuare i lavori avviati nel vigneto nei mesi scorsi.

Dopo la potatura, la pulizia, la manutenzione dei filari, la sostituzione dei pali vecchi con nuovi pali di legno e la concimazione con stallatico biologico, adesso era il momento di integrare i filari esistenti con le nuove piantine, dette barbatelle.

Ogni anno infatti dobbiamo verificare lo stato delle viti, togliere quelle più vecchie o malate e quindi programmare l’inserimento di nuove viti, tenendo conto che inizieranno a produrre dopo circa tre anni.

Negli anni scorsi avevamo già piantato un centinaio di barbatelle di Barbera, Freisa e Chatus, alcune delle quali hanno finalmente iniziato a dare i primi grappoli la scorsa estate.

Quest’anno abbiamo deciso di piantare 50 barbatelle di Barbera, qualità di vite che ci permette di continuare una produzione di vino consona all’attuale, senza apportare variazioni di gusto e di qualità.

Per chi fosse interessato, descriviamo di seguito le operazioni svolte nei filari.

Innanzitutto abbiamo individuato i punti più adatti per mettere le nuove piante, poi abbiamo scavato le buche, messo del letame e della terra, inserito le barbatelle insieme ad una pastiglia di micorrize, ricoperto con terra, posto il sostegno a fianco di ogni barbatella e innaffiato.

Cosa sono le micorrize?

Il loro impiego ci è stato suggerito dall’azienda agricola Girodivite, una bellissima realtà della collina di Pinerolo, di cui i giovani titolari sono molto attenti alla crescita di una agricoltura sana, rispettosa della natura e sostenibile.

Le micorrize (dal greco: Mikos = fungo e Rhiza = radice) sono associazioni simbiotiche tra funghi del terreno e radici non lignificate delle piante. Brevemente, la pianta ospite cede al fungo materie organiche (zuccheri, proteine, vitamine), ricevendo in cambio maggiori assorbimenti di elementi nutritivi.

L’effetto della micorrizazione si traduce essenzialmente in un consistente aumento della superficie e del volume radicale in percentuali molto superiori rispetto ad un apparato radicale non micorrizato.

I risultati ottenuti con l’instaurarsi della simbiosi sono principalmente:

  • incremento della capacità di assorbimento di acqua e dei nutrienti. Il principale vantaggio di questa simbiosi è una migliore nutrizione che si riflette su un ottimo vigore delle piante soprattutto in condizioni di bassa fertilità del suolo;
  • maggiore resistenza alla siccità e a livelli di salinità elevati;
  • parziale effetto di “barriera meccanica” nei confronti di funghi patogeni (Armillaria, Phytophthora, etc.) e nematodi.

La somma di questi effetti garantisce una crescita migliore nelle piante micorrizate.

(Fonte Arsac).

Da ora in avanti, con il risveglio vegetativo delle viti, porremo tutta l’attenzione necessaria affinché i grappoli crescano sani e in modo naturale e il vino che ne verrà prodotto possa essere di qualità, rispettoso dei metodi naturali legati al territorio, senza forzature tecnologiche ed esente da ogni tipo di pesticida, per dare continuità alla nostra produzione agricola, descritta qui:

produzioni agricole di Casa Aiva